Arboretum P.L. Vescoz

Arboretum 01

All'inizio del secolo, il dibattito sullo stato delle foreste è intenso e in Europa si vanno via via perfezionando le legislazioni per proteggere e migliorare l'assetto forestale.

Così il Prof. Brocherel ci riporta:

"...Agli inizi del 1900, si discuteva molto sui giornali di Aosta, sulla necessità di ripristinare il nostro patrimonio forestale, devastato dall'incuria delle amministrazioni comunali e dalla vandalica rapacità dei privati; vasti comprensori, prima boscati, si inaridivano in maniera desolante e creavano i presupposti per l'innescarsi di valanghe ed erosioni. Il canonico Vescoz, che si lasciava volentieri coinvolgere dalle giuste cause, si ripromise di dimostrare ai suoi conterranei che era possibile far rinascere una foresta là ove prima non c'erano che cespugli e magri ciuffi d'erba".

Vescoz, che è sensibile al paesaggio, percepisce il contrasto tra il piacevole mantello forestale che verdeggia nella parte alta di Verrayes e il Pointys: "...un largo costone di terreni incolti, attorniato da diversi villaggi, ben esposto al sole del mezzogiorno, ma completamente spoglio d'alberi...", motivazione di ordine paesaggistico dunque. Ma è realistico pensare che egli ha cognizione che questo terreno può essere preda dell'erosione e trasformarsi se non per quantità, per tipo, in un'area dissestata quale è quella del Basset (o Besoc). Il desiderio di realizzare il rimboschimento in questa zona è da molto nella sua mente: "...Nutrivo, da alcuni anni, la speranza di poter acquisire il promontorio dei Pointys, con l'obiettivo di rimboschirlo". Egli ha superato i sessant'anni e l'impresa lo preoccupa per gli aspetti finanziari, dovendo procedere all'acquisizione dei terreni e per la consapevolezza che si deve porre rimedio all'aridità dei luoghi: "...dovrò lottare contro la siccità, perpetua nemica di ogni coltura vegetale...".Tra il 1905 e il 1908 diventa proprietario di oltre dodici ettari di terreno nel quale effettuare la piantagione che, tra primavera e autunno dello stesso 1905, con i favori di una estate piovosa, si concretizzava nella messa a dimora di oltre 7600 piante forestali.
E’ un vero e proprio orto botanico naturale che lo svilupparsi dello strato arboreo non semplifica, ma arricchisce di nuovi ambienti con le nuove forme di vita. L'incedere silenzioso e attento in questo ambiente, ci consente di udire o vedere molti uccelli quali la comune ghiandaia, il gheppio, la poiana e più in alto l'aquila reale e, se siamo fortunati, l'apparire di un timido capriolo, della lepre europea, della volpe, di faine, di donnole, ecc.. Esso è facilmente percorribile per l'esistenza della sopraccitata ritta rete sentieristica che lo attraversa nelle varie direzioni, consentendo all'appassionato di natura e di flora l'incontro con i diversi habitat. Per questa opera il Ministero dell'Agricoltura, Industria e Commercio, premiò il Canonico Vescoz con una medaglia d'argento e £ 300. La nostra migliore riconoscenza verso la memoria e il lavoro dell'Abbé Vescoz è quella di dare al suo rimboschimento la valorizzazione che merita, ma non per dovere, bensì per amore verso i tesori della nostra Regione e soprattutto per quelli che sono il frutto dell'opera di uomini che hanno lavorato generosamente per la Valle d'Aosta e per la sua gente, contemporanea e futura.

Vescoz

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